Ionity guarda (anche) all’Italia: prossimo obiettivo l’Autosole


Tra i fornitori di energia elettrica su scala europea, con ci sono dubbi che Ionity sia ai vertici: l’azienda stata fondata nel 2017 come joint venture tra Bmw Group, Ford Motor Company, Mercedes Benz AG e Volkswagen Group con i brand Audi e Porsche. Chi guida auto di queste marche ricarica a tariffe convenzionate ed effettua circa il 70% della ricariche nell’intera rete. Ma l’azienda con sede a Monaco aperta a convenzioni anche con altri brand, al di fuori dei soci. Da qui le partnership con il fornitore di energia verde Polarstern per il mercato tedesco e operazioni simili con Octopus nel Regno Unito, Nation Option Energie in Francia, Ishavskraft in Norvegia e Lifegate Energy in Italia. Entro due mesi, Ionity taglier un traguardo importante: la stazione n.400 in Europa, con una peculiarit. Sebbene la maggior parte dei veicoli sul mercato non possa ancora sfruttare appieno la piena potenza delle sue stazioni di ricarica rapida, l’infrastruttura   compatibile con i modelli di auto che pi o meno tutte le Case hanno previsto per gli anni a venire.

L’espansione sulle grandi rotte di transito  come l’A1 da Milano a Napoli, un obiettivo dichiarato di Ionity. Soprattutto al di fuori delle grandi citt, importante che i clienti possano fidarsi di poter caricare il proprio veicolo elettrico in modo rapido e affidabile – ha spiegato Marcus Groll, Managing Director e COO dell’azienda – a tal fine, tutte le nostre stazioni sono dotate di una media di quattro caricatori ad alta potenza da 350 kW che utilizzano lo standard di ricarica CCS europeo. Dopo le prime aperture in Versilia sulla A12 e in Liguria, a Ceriale Sud, sulla A10, una stazione arriver presto anche sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Quanto al futuro e alla possibile disputa elettrico-idrogeno, Groll ha le idee piuttosto chiare: Le reti di ricarica richiedono grandi investimenti e saranno le Case produttrici di automobili a orientarli. Non c’ dubbio che per le vetture l’elettrico sia la soluzione ideale, per l’idrogeno non vedo un futuro che debba dipendere unicamente dal settore dei mezzi pesanti come alcuni dicono. Fermo restando che grazie ai nostri caricatori, possiamo rifornirli rapidamente senza problemi.

Emblematica in questa maggiore attenzione all’Italia, la donazione al Museo Fisogni di Tradate di una High Power Charger (HPC). una colonnina alta 260 cm con un anello a LED per essere vista da lontano: in pratica fornisce l’orientamento al buio quando ci si avvicina alle stazioni, con un’area ben illuminata intorno alla stazione. Le nuove HPC sono state create in collaborazione con Bmw Designworks e premiate con l’oro agli iF Design Awards 2019. La scelta del museo non casuale: fondato nel 1966 dall’ex-imprenditore edile Guido Fisogni, racconta la storia delle pompe di benzina con 190 distributori – non solo italiani – che vanno dal 1892 ad oggi, con oltre 8.000 reperti, tra cui taniche di olio e tanto manifesti pubblicitari. Ora, al di l della certificazione Guinness World Record ottenuta nel 2000, si ritrova in una sala il primo distributore elettrico. Siamo certi che tra 50 anni incuriosir i visitatori quanto l’elegantissima pompa in stile Littorio, commissionata a Marcello Piacentini dal Duce, nera e con la scritta autarchica “benzina pura”.

2 ottobre 2020 (modifica il 2 ottobre 2020 | 11:23)

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